Strade della Solidarietà: lo spot di Land Rover e Croce Rossa

“Fare volontariato ha cambiato la mia vita”. Daniela è la protagonista del video lanciato oggi da Croce Rossa Italiana e Land Rover, in occasione della settimana di celebrazioni per la Giornata mondiale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Daniela è solo una dei tanti volontari che ogni sera escono con le Unità di Strada della CRI per assistere le persone senza dimora presenti in Italia.

Dal 1954 Land Rover supporta la Croce Rossa in tutto il mondo, impegnandosi a far crescere la sua rete di volontariato. Proprio questo è lo scopo dello spot che mostra le attività svolte dall’Unità di Strada a Milano. Per l’occasione la Croce Rossa Italiana ha lanciato anche la piattaforma web “Un’Italia che aiuta”, che racconta il mondo del volontariato CRI.

Attraverso il progetto congiunto “Le Strade della Solidarietà”, Land Rover sostiene le attività delle Unità di Strada della Croce Rossa Italiana con mezzi, iniziative e specifiche attività formative ancora più mirate ed efficaci. La collaborazione, infatti, ha l’obiettivo non solo di aiutare un numero sempre maggiore di persone senza fissa dimora, ma anche di formare nuovi volontari, oltre ad ampliare le aree metropolitane raggiunte dal servizio.

Nell’ambito di tale progetto, ad esempio, la Croce Rossa di Milano ha dato vita all’unità di strada psicologica: un’attività unica che coinvolge uno psicologo, il quale, su segnalazione dei volontari, si attiva nel sostegno dei casi più complessi e a progettare insieme percorsi individuali di reinserimento nella comunità.

È un’importante opportunità di sostenibilità per i nostri Comitati che svolgono attività in favore delle persone in condizioni di marginalità estrema. La maggior parte di queste persone non sceglie di stare in strada, ma si ritrova da un giorno all’altro a fare i conti con situazioni di grave bisogno che le costringono a vivere in emergenza, ai margini. È necessario prevedere per loro non solo un’adeguata assistenza, fatta di beni di prima necessità, supporto sanitario e tanto ascolto, ma anche percorsi di empowerment che consentano di includerli nelle comunità.

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